Cascina Abbadia: indagini sulle strutture in legno per la tutela di un edificio medievale
- Redazione - Arch-indagini
- 5 ago
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Aggiornamento: 5 ago
Nel cuore di Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, sorge Cascina Abbadia, un complesso rurale che affonda le sue radici tra il XIII e il XIV secolo. Un edificio che racconta la storia del territorio attraverso i suoi muri in ciottoli disposti a spina di pesce, i ballatoi affacciati sul cortile interno e, soprattutto, le sue strutture in legno: travi, travetti e capriate che sorreggono tetti e solai.
Come in molti edifici storici, il legno è il materiale protagonista per la realizzazione di solai e coperture. Ma il tempo e l'esposizione agli agenti atmosferici lasciano inevitabilmente il segno: travi che sembrano integre possono nascondere degradi ad opera di carie ed attacchi di insetti xilofagi. Capire davvero “come sta” una trave è il primo passo per decidere come intervenire.
Perché serve una diagnosi del legno negli edifici storici
Quando si parla di restauro, la parola chiave è conoscenza. Prima di consolidare, sostituire o restaurare una struttura in legno, è necessario sapere in che condizioni si trova. Le indagini sulle strutture lignee non servono solo a certificare la sicurezza:
evitano interventi inutili o troppo invasivi,
permettono di salvare elementi originali quando possibile,
guidano le scelte del progettista su dove e come intervenire.
In altre parole, sono una sorta di “check-up medico” per il legno, che unisce competenza tecnica e rispetto per la storia dell’edificio.
Come si svolge un’indagine sul legno
L’analisi di una struttura lignea si basa su due fasi complementari: ispezione visiva e indagini strumentali.
1. L’ispezione visiva: osservare per capire
I tecnici osservano ogni elemento ligneo da vicino:
ne rilevano le caratteristiche geometriche,
identificano la specie del legno,
annotano i difetti del leno (nodi, deviazioni della fibratura, fessurazioni anomale) eb i segnali di degrado ad opera dei funghi ed insetti.
Anche piccoli dettagli possono dire molto: un nodo, una spaccatura o una deviazione delle fibre indicano punti deboli dove il degrado può avanzare più velocemente. Tutti i dati raccolti vengono segnati su schede e disegni, che diventano la “schemi tecnici” dil cantiere.

2. Le indagini strumentali: guardare oltre la superficie
Non sempre ciò che si vede racconta tutta la verità. Per questo si usano strumenti che “analizzano dentro” il legno senza danneggiarlo.
Il più efficace è il penetrometro per legno, detto anche resistograph: un trapano con una punta sottilissima che, penetrando nel legno, misura la resistenza che lo stesso oppone alla penetrazione dell’ago stesso.
Se la curva di resistenza è regolare, il legno è sano.
Se invece si abbassa improvvisamente, c’è una cavità o un’area degradata.
Il risultato è un grafico che diventa la “radiografia” puntuale della trave. Grazie a queste prove si possono scoprire problemi invisibili dall’esterno e decidere se consolidare, rinforzare o sostituire l’elemento.
Il caso di Cascina Abbadia
Nell’immobile denominato Cascina Abbadia, le indagini hanno coinvolto tutti i solai e le travi dei ballatoi, elementi esposti agli agenti atmosferici per decenni.
La prima fase di ispezione ha rivelato diversi difetti anatomici del legno, come nodi e deviazioni della fibratura, ma anche segni evidenti di degrado biologico nelle zone più esposte all’umidità, in particolare in corrispondenza degli appoggi delle travi.
Poi sono state effettuate le prove resistografiche su tutte le travi principali ed a campione sui travetti. Queste indagini hanno permesso di capire posizione ed estensione del degrado interno:
in alcune travi, l’attacco degli insetti xilofagi era limitato all’alburno e non ne comprometteva la resistenza,
in altre, invece, la carie aveva creato vuoti e zone di legno “molle”, invisibili a occhio nudo.
Dai dati alle scelte progettuali
Tutte le informazioni raccolte, dall'iscrizione visiva alle prove strumentali, sono state trasformate in schemi e tabelle di cantiere. Un lavoro prezioso per i progettisti: con una “mappa del degrado” chiara, è stato possibile decidere con precisione dove intervenire, scegliendo di volta in volta se consolidare, sostituire o semplicemente trattare in superficie il legno.
Il caso di Cascina Abbadia è un esempio di come l’approccio corretto possa salvare la storia di un edificio senza snaturarlo.
Senza un’indagine accurata, si rischia di:
intervenire in modo troppo invasivo, sostituendo travi che potrebbero essere recuperate,
o, al contrario, sottovalutare rischi strutturali con conseguenze pericolose.
Grazie a queste tecniche, invece, si possono pianificare restauri mirati e rispettosi della materia storica, che conservano il più possibile l’autenticità dell’edificio, garantendo allo stesso tempo sicurezza e durata nel tempo.
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