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Tecniche di analisi per la caratterizzazione
di pigmenti e leganti 

Ogni materiale, inserito in un determinato ambiente, tende necessariamente a mettersi in equilibrio chimico-fisico con esso; il degrado del materiale è, pertanto, l’adattamento del materiale stesso ai mutamenti dei parametri ambientali (microclima, qualità dell’aria ecc.) e alle sollecitazioni fisiche e meccaniche.

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Le inevitabili trasformazioni che si accompagnano a questi processi comportano un cambiamento rapido ed evidente delle caratteristiche originarie del materiale con conseguenti alterazioni e/o degradazioni dello stesso. Inoltre, non si devono trascurare gli effetti delle azioni antropiche di trasformazione e restauro degli edifici storici.

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Le tecniche di analisi per la caratterizzazione di minerali, pigmenti e leganti servono proprio a fornire un quadro complessivo dello stato di conservazione del manufatto, che comprende informazioni relative a

  1. caratterizzazione chimico-fisica dei materiali in opera e delle forme di alterazione/degrado identificate;

  2. studio dei parametri ambientali più significativi (temperatura, umidità relativa, irraggiamento solare, concentrazione di specie gassose inquinanti, ecc.).

Analisi strumentali per lo studio dei materiali impiegati nelle costruzioni storiche: quali sono

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Sono numerose le prove che possono essere eseguite sui singoli componenti di un edifico in muratura. Alcune di queste sono svolte in modo preferenziale sui leganti e sugli strati pittorici, altre sui minerali, su pietre e mattoni.

Per questo motivo è necessario stabilire con precisione le finalità delle indagini conoscitive in base ai materiali di cui si vuole conoscere le caratteristiche. Questa consapevolezza permette di scegliere quali parametri chimici, fisici e petrografici analizzare con la tecnica analitica più idonea. 

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Qui di seguito vengono presentate le tecniche che sono più spesso utilizzate per conoscere le caratteristiche chimiche, fisiche, petrografiche dei materiali lapidei naturali (pietre) o artificiali (mattoni, malte di allettamento e intonaci, pellicole pittoriche). Non sono le uniche a disposizione, ma costituiscono metodi di analisi che, per facilità di esecuzione, rapidità e completezza dei risultati forniti, sono più frequentemente scelte nei piani di diagnostica.

Le metodologie analitiche di seguito esposte rappresentano sono al momento le tecniche più efficaci e versatili per raggiungere un livello di conoscenza esaustiva dei materiali relativa alla:

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  • caratterizzazione chimica, che consente di identificare la composizione chimica (elementare e molecolare) del materiale in opera (substrato), degli eventuali materiali di neo-formazione, dei materiali intenzionalmente aggiunti sulle superfici. Tra queste:​

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  • caratterizzazione mineralogico-petrografica, che consente l’identificazione delle fasi mineralogiche presenti come materiali originali e come prodotti del degrado, la microstruttura e tessitura dei minerali, attraverso l’esame al microscopio mineralogico. Ne fanno parte le seguenti:

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Microscopia a scansione elettronica​

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Indagini chimiche tramite Microscopio Elettronico a Scansione. 

 

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Difrattometria ai raggi X

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Indagine sulla composizione chimica, specifica per composti cristallini.

 

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Cromatografia ionica

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Metodo di analisi della composizione chimica, specifico per i individuare la presenza di sali.

 

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Spettroscopia Raman

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Consente di misurare la luce emessa da un campione, anche piccolissimo.​ 

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Spettroscopia infrarossa

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Analisi qualitative di sostanze, organiche e inorganiche tramite radiazione infrarosse. 

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